Nef
Nel ladino agordino, il termine nef significa neve. Questi minuscoli cristalli di ghiaccio, nati dalla vaporizzazione e condensazione dell'acqua nell'atmosfera, capaci di creare uno strato che avvolge il paesaggio in un manto morbido e silenzioso.
Nel cuore dell'ambiente montano ladino, dove l'atmosfera è regnata dalla nef (neve), si può dire l neveghea, l fioca (nevica) oppure l filischea, l gratolea (nevica lievemente).
Un esempio della sua maestosità lo si ritrova all’interno della suggestiva Valle di Garés, scolpita dall'antico abbraccio glaciale, dove la natura si manifesta in tutta la sua bellezza e complessità. Come le cascate delle Comelle sovrastano la valle, così la nef abbraccia la montagna.
In montagna le persone hanno affrontato le sfide della neve con ingegno e saggezza, utilizzando strumenti come la loda/ridola, le ciaspe, i rampogn e il zapin. La montagna ladina è il palcoscenico dove la neve danza con la storia, e la saggezza popolare guida le persone nel loro percorso quotidiano.
Didascalie immagini
Foto 1: Nevicata abbondante nell'abitato di Canale d'Agordo (anni '80); Provenienza: Archivio Fondazione Papa Luciani- Fondo Arturo Soppelsa Galinot
Foto 2: Tacchino imprigionato in un muro di neve presso l'abitato di Gares (anni '80); Provenienza: Archivio Fondazione Papa Luciani- Fondo Arturo Soppelsa Galinot
Foto 3: Galleria di neve in Valle di Gares (29 aprile 1917); Provenienza: Archivio Fondazione Papa Luciani- Fondo Arturo Soppelsa Galinot
Foto 4: Abbondante nevicata a Gares (anni '80); Provenienza: Archivio Fondazione Papa Luciani- Fondo Arturo Soppelsa Galinot
Foto 5: Località Pian de Giare (Valle di Gares, anni '80), la Capanna Cima Comelle circondata dalla neve; Provenienza: Archivio Fondazione Papa Luciani- Fondo Arturo Soppelsa Galinot
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