Filò Ladin: Filò Ladin / Sotto il tetto

Scàndola

Scàndola anche in zoldano rappresenta una tegola di legno, dalle dimensioni uniformi, impiegata per rivestire i tetti. Con uno spessore di circa 1,5 cm, veniva ottenuta da un tronco di larice lungo circa 50 cm, prima diviso a metà (conosciuto come smédola de n borat) e, poi, ulteriormente separato a metà (chiamato cuart) mediante uno specifico strumento come l'accetta (manera o manarin da scàndole) e una mazza di legno.


Questa parola ha anche altre varianti, come cop (Vaona, 2024).


Nel contesto del Museo del ferro e del chiodo, la scàndola si collega agli oggetti esposti poiché veniva utilizzata per fissare i tetti dei tabià e delle fusinele, come quella di Pralongo, che spesso presentavano un tetto ricoperto da scandole.


Parte integrante della costruzione di tabià e di altri edifici, la scàndola rivela una pratica antica e artigianale nel contesto delle costruzioni locali.


Le registrazioni audio enfatizzano l'uso della parola nel ladino zoldano, come Fat col manarin da scàndole per descrivere qualcosa di rozzo o primitivo e le scàndole descomodade per indicare una persona eccentrica.


Le immagini mostrano modelli di tabià con scàndole (Foto 1 e 2) e la fusinela di Pralongo (Foto 3), entrambi rappresentativi del patrimonio culturale della Val di Zoldo.


Didascalie immagini


Foto 1 e 2: modello di tabià con scàndole


Data e autore: novembre 2023, Gualtiero Bonera; Provenienza: Museo degli Usi e Costumi della Val di Goima; Licenze: proprietà delle foto è il Comune di Val di Zoldo.


Foto 3: fusinela di Pralongo.


Data e autore: novembre 2023, Gualtiero Bonera;. Provenienza: ‘fusinela’ di Pralongo. Licenze: proprietà delle foto è il Comune di Val di Zoldo.

Tags

Collezione

Museo degli Usi e Costumi della Val di Goima

Autore

Museo del Ferro e del Chiodo

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