Filò Ladin: Filò Ladin / In cucina

Lardo

El damagnà de la nossa dent (trad. italiana: il cibo della nostra gente)


Nell'Agordino, quando si parla di lardo, si fa riferimento al grasso che si trova appena sotto la cute del maiale. Questo termine, così importante nella cultura e nella cucina locali, trova la sua definizione nel (Rossi, 1992).


I lo conservea salà o i lo cosea e i lo conservea inte vas de teracota o de viero e i lo dorea par conzar i radici de pra, la menestra de fasuoi e i magnea pan col lardo (trad. italiana: lo conservavano salato o lo cuocevano e lo conservavano in un vaso di terracotta o di vetro e lo utilizzavano per condire il radicchio selvatico, la minestra di fagioli e mangiavano pane con il lardo).


Il lardo è un elemento fondamentale nelle tradizioni gastronomiche agordine e in ladino si utilizza l’espressione El l à metù su lardo, che significa "è ingrassato".


La parola stessa deriva dal latino laridum, indicando la grossa falda di grasso che ricopre la schiena del maiale, tra la cute e la carne. Oltre al lardo, altre varianti includono lo strutto, una forma fusa di grasso di maiale.


Questo alimento è strettamente legato all'utilizzo di un vaso di terracotta in cui veniva conservato lo strutto, rievocando così le tradizioni culinarie e il quotidiano delle persone. In passato, veniva conservato salato o affumicato, poi posto in vasi di terracotta o di vetro e utilizzato per insaporire numerosi piatti, come le radici di rapa, la minestra di fagioli o semplicemente mangiato con del pane. La sua presenza nelle cucine agordine rappresenta un legame profondo con le radici e la storia della comunità locale.

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Collezione

Museo del Seggiolaio dell'Union Ladin da Gosàlt.

Autore

Museo del Seggiolaio - Gosaldo

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