Barsuole
Nell'Agordino, oltre ai salai, un'altra specialità culinaria sono le barsuole, salsicce realizzate con budelli di circa 3/4 cm di diametro e lunghe circa 40 cm. Queste salsicce vengono legate alle estremità con spago di gavetta e serrate al centro con un laccio più lungo per appenderle. Una volta insaccate, assumono la forma del classico doppio rocchio con curva rientrante all'interno. Anche le barsuole erano solite essere punzecchiate con un punteruolo a più punte o con una forchetta per favorirne l'asciugatura (Rossi, 1992).
Le barsuole se le portea drio inte i pra e inte el bosch e se le magnea col pan, e che bone che le era, a casa inveze anca co la polenta (trad. italiana: ci portavamo con noi le salsicce nei prati e nel bosco e ce le mangiavamo con il pane, che buone che erano, a casa invece anche con la polenta).
Questo doppio rocchio di salsiccia ha trova la sua origine etimologica nel termine germanico *brasa + diminutivo -eola e in alcuni paesi significa anche ‘braciola’, con cui ne condivide l’etimologia. Alcune varianti di questo alimento includono bersole, brasole, lugàneghe e scaveze.
Nel contesto degli antichi mestieri, i seggiolai, quando partivano per lunghi periodi lontani da casa, portavano con sé salami, formaggio e pane fatto in casa. Questi alimenti erano essenziali per affrontare i primi giorni lontano da casa. Nel Museo del Seggiolaio è possibile osservare attrezzi pertinenti alla sezione lavori agricoli.
Le barsuole rappresentano la sopravvivenza durante i lunghi periodi invernali. Quando venivano conservate in cantina, si controllava periodicamente se iniziavano a formare i fiori di muffa, segno che stavano maturando e non c'era più pericolo che andassero a male. Questo segnale indicava il momento ideale per gustarle.
Tags