Frìdole
Nell'Agordino, il termine Frìdole indica la ciccia. Durante la cottura del lardo per conservarlo, si trasformava in strutto e, nel bollire, piccoli pezzetti di carne affioravano e friggevano, diventando estremamente gustosi. Questi pezzettini venivano poi utilizzati per condire la menestra da orz e da fasuoi e co le patate cote (trad. italiana: minestra d'orzo e di fagioli e con le patate cotte).
Il termine ha origine dal latino fricta con l'aggiunta del suffisso -ula, che significa "frittella". Insicium indica invece i pezzetti di carne di maiale dopo la cottura del lardo e la formazione dello strutto (Zingarelli).
Esiste anche la variante fritola, che nel gergale può indicare anche la vulva.
Questo termine è strettamente legato alla vita di montagna e al modo di alimentarsi delle persone e le emozioni che evoca sono molteplici: il ricordo di quando si preparava lo strutto e si metteva via, i tocchi di carne fritta che affioravano e venivano dati ai ragazzi, le frìdole erano così deliziose che se ne mangiava in abbondanza, anche se spesso causavano indigestione.
Co i cosea el lardo par far struto e meterlo via, vegnia su i tochet de carne frita e i ne li dea a noi tosat, le fridole le era cossì bone che se le magnea da ingordi el pi de le olte se fea indigestion (trad. italiana: Quando cuocevano il lardo per fare lo strutto e metterlo via, venivano a galla i pezzetti carne fritta e li davano a noi ragazzi, i ciccioli erano così buoni che li mangiavamo da ingordi e molto spesso facevamo indigestione)
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