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Emigrazion

Data la carenza di opportunità lavorative, per molte generazioni, esauriti i lavori disponibili nelle attività agricole, boschive e minerarie, per gran parte della popolazione maschile zoldana rimaneva solo l'opzione dell'emigrazione. Gli zoldani si specializzarono nel commercio ambulante di piccole delizie, come caldarroste, pere cotte, frutta caramellata, croccanti, biscotti di farina di mais (dalet), pinoli e uvetta. Al contempo, molti di loro svolgevano mansioni di carpentiere, muratore, boscaiolo e minatore. Queste ultime attività, in alcuni casi, venivano svolte anche all'estero, come dimostra il contributo di alcuni zoldani alla costruzione della ferrovia transiberiana alla fine dell’Ottocento.


L’emigrazion è strettamente legata alla realtà zoldana, sia nel passato che nel presente, poiché la lavorazione del ferro e i chiodaioli rappresentavano solo una piccola parte delle occupazioni dalle quali trarre sostentamento. Per il resto dei valligiani si apriva la strada dell'emigrazione, seppur temporanea, durante i mesi invernali. I migranti facevano ritorno in Valle durante i periodi caldi per occuparsi della fienagione e delle attività legate all'agricoltura, eccetto una parte della popolazione che si vide costretta, malgrado tutto, ad affrontare anche un'emigrazione permanente, cercando fortuna anche al di là dell'oceano (Guida Museo del Ferro e del Chiodo).


La parola deriva dal latino tardo emigratio ed esiste in altre varianti, come migrazion e, come ci mostrano queste fotografie provenienti dal Museo del Gelato, ha plasmato le attività commerciali e culinarie della comunità di Val di Zoldo. 


In particolare, la Foto 4 ci presenta un mantecatore manuale per gelato, testimonianza di una tecnologia artigianale impiegata per produrre questo delizioso dessert. La Foto 5 svela una bastardela, un piccolo forno portatile utilizzato per la vendita di pere cotte. Questo strumento, trasportato a tracolla, presenta una struttura esterna in rame con un contenitore di ferro per le braci alla base. Un telaio di rame sostiene le pere sopra le braci, mentre un cuscino contenente fogli di carta velina era utilizzato per confezionare le pere vendute. L'ambulante portava con sé anche un piccolo contenitore di asticelle di legno, impiegate per infilzare le pere, offrendo così una comoda soluzione per la degustazione. 


Queste immagini ci offrono uno sguardo affascinante su come gli emigrati non solo preservassero le loro tradizioni culinarie, ma le adattassero in modo inventivo alle nuove realtà, portando con sé un pezzo di Val di Zoldo nei luoghi in cui si stabilivano.


Didascalie immagini/video


Foto 1, 2, 3: esempi di carretto per la vendita di gelato; Provenienza: Museo del Gelato;. Licenze: proprietà del Comune di Val di Zoldo.


Foto 4: mantecatore manuale per gelato; Provenienza: Museo del Gelato; Licenze: proprietà del Comune di Val di Zoldo.


Foto 5: bastardèla: utilizzata per la vendita di pere cotte.


Data e autore: sconosciuti. Foto 4: mantecatore manuale per gelato. Provenienza: Museo del Gelato; Licenze: proprietà del Comune di Val di Zoldo.

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Museo del Ferro e del Chiodo

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