Faèr
I faèr, ovvero favai o essicatoi per la fava, erano molto diffusi un tempo, tanto che quasi ogni famiglia ne possedeva uno. L’etimologia proviene probabilmente da fabarium (Nicolai 2000).
La fava era un alimento di fondamentale importanza, dal momento che non solo si poteva consumare cruda, ma, una volta seccata, poteva essere mangiata nella minestra d’orzo e, soprattutto, fatta macinare per ricavarne una farina per cucinare la polentina de faa.
I faèr erano molto diffusi in passato essendo stata la fava un alimento a lungo basilare per l’alimentazione.
Verso la metà di settembre, la fava veniva raggruppata in mannelli (mane) per poi essere posta sui faèr ad essiccare. La sistemazione era a fasce verticali non molto larghe, al fine di consentire il posizionamento manuale delle mane stando posti lateralmente sulla stessa stanga. Le mane venivano agganciate quattro per volta ad un ceppo in legno pesante (marco) con quattro ganci (bech), il quale veniva legato ad una fune e ad una carrucola di rinvio (zirela da faèr) posta nella sommità del favaio e fatto salire dall’operatore che stava a terra. Tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, in una giornata fredda e asciutta, la fava veniva gettata a terra (se butaa du la faa) e accatastata provvisoriamente nel ballatoio del fienile (inte palanzin). Dopo poco tempo, la fava veniva stesa uno strato alla volta nell’aia (era) e veniva battuta con il correggiato (se la bat inte l’ era col ferel). Questa operazione veniva effettuata in giornate prive di umidità in modo da facilitare il seme ad uscire dal baccello (cosol). Dopo varie lavorazioni si otteneva la fava adatta al consumo: la parte migliore veniva recuperata per la semina successiva e il resto era destinato ad uso alimentare
Didascalie immagini
Foto 1: I numerosi faèr che un tempo si trovavano nella frazione di Pescul; Provenienza: Racc. Union Ladign da Selva
Foto 2: Verso la metà di settembre, la fava veniva raggruppata in mannelli (mane) per poi essere posta sui faèr ad essiccare; Autore: Racc. Union Ladign da Selva
Foto 3: Tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, in una giornata fredda e asciutta, la fava veniva gettata a terra (se butaa du la faa) e accatastata provvisoriamente nel ballatoio del fienile (inte palanzin); Provenienza: Racc. Union Ladign da Selva
Foto 4: Faèr nella frazione di Toffol. Si tratta di una ricostruzione realizzata per mantenere il ricordo di questo strumento che, nel passato, è stato indispensabile per il sostentamento delle famiglie; Provenienza: Racc. Union Ladign da Selva
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