Om Salvarech
Nascosto tra le selve del Monte Armarolo, sopra l’abitato di Rivamonte Agordino (Dolomiti bellunesi), vive l’uomo del bosco.
Amico delle piante e degli animali selvatici, indossa un vestito che lo copre dalla testa ai piedi fatto di una particolare pianta strisciante sul suolo che cresce nelle zone umide del sottobosco montano.
Sebbene tutti credessero nella sua esistenza nessuno aveva mai avuto la fortuna di vederlo. Un giorno però, durante un violento acquazzone, per ripararsi dalla pioggia entrò nel rifugio di un pastore intento alla pulizia del latte.
L Om salvarech, dopo essersi asciugato e riscaldato un po’, per ringraziare dell’ospitalità
insegnò al contadino a pulire il latte con il licopodio, il lichene del suo vestito (localmente chiamato proprio “colin”, da colino).
L’uomo del bosco è un essere fantastico, un mito delle leggende montane – anche di questa parte di Dolomiti – che impersonifica colui che porta la primavera, il tempo buono, che risveglia la natura dal lungo letargo invernale.
Ecco perché la tradizione vuole che scenda dai boschi, si faccia vedere nel giorno di San Marco, il 25 aprile – inizio (per la montagna) della bella stagione – e balli con la gente. Spesso si presenta con la compagna e sempre porta in mano un ramo di betulla, il suo “scettro”, che utilizza toccando quanti lo circondano, soprattutto le giovani.