Officina di Storie 2021: WalkingTales / I percorsi della memoria

Alta Via Amelia

ALTA VIA AMELIA si ispira alla romanziera inglese Amelia Edwards che visitò le Dolomiti nel 1872, quando i turisti raramente sfidavano quelle montagne maestose e valli isolate. Il suo libro, Untrodden Peaks and Unfrequented Valleys (Cime Inviolate e Valli Sconosciute) ha fatto conoscere la sorprendente bellezza di questo paesaggio a molti viaggiatori stranieri.

Si può seguire il preciso itinerario di Amelia e Lucia, da Venezia a Bolzano, utilizzando l'audioguida gratuita VIA AMELIA pubblicata sul sito izi.TRAVEL (clicca qui). Il viaggio su strade lisce asfaltate e usufruendo del lusso di sistemazioni moderne, è molto più comodo di quello che sperimentò Amelia e Lucy a quei tempi. Ma quello che guadagniamo in comodità, lo perdiamo in avventura.


ALTA VIA AMELIA commemora l’ardita impresa di Amelia e Lucy; lo crea un tributo attivo alla prima pioniera donna delle Dolomiti. Segue l'itinerario di Amelia e Lucy da Cortina a Siusi (Seis) attraverso tutti i principali gruppi delle Dolomiti, seguendo sentieri ben segnalati attraverso le vette che Amelia ammirava dalle valli sottostanti. Dato che Amelia ha effettuato tre giri distinti, uno da Cortina e due da Caprile, il percorso è costituito da quattro sezioni che possono essere completate in momenti diversi anche a distanza di tempo.

Il Percorso Base dell’ALTA VIA AMELIA è composto da 30 tappe; ha una lunghezza totale di oltre 400 km con 10.000 m di salita. In 20 delle tappe prevede delle varianti con vie ferrate più impegnative o vie di interesse storico. Permette anche agli alpinisti esperti e equipaggiati di scalare le 10 vette più alte delle Dolomiti, aggiungendo giornate extra (Estensioni).

Lo scritto di Amelia mostra come i suoi sentimenti siano stati rinfrancati dalla Natura – gli ‘spiriti montani’ delle Dolomiti. Ha anche scritto sulla gentilezza e l’umanità delle persone che ha incontrato: gli ‘spiriti umani’ delle Dolomiti. Nel seguire ALTA VIA AMELIA, a volte camminiamo sugli stessi passi di Amelia e Lucy, e alloggiando nei rifugi strada facendo, affrontiamo un’ulteriore sfida, sperimentando uno stile di vita più semplice e sentendoci molto più vicini ad Amelia e Lucy. Così facendo, sviluppiamo un rapporto più profondo con la natura e con l’ambiente che ci circonda – gli spiriti delle montagne Dolomitiche che nutrono gli spiriti umani.

Perché farlo?
Ogni giorno ci godiamo la sfida fisica di completare la tappa successiva del nostro cammino e siamo stimolati da ciò che ci circonda, mentre la natura, gratuitamente, non fa che incrementare il nostro benessere. In qualche modo dimentichiamo le fatiche quotidiane che ci abbattono e troviamo tempo e spazio per elevare il nostro pensiero e ricordare quello che è veramente importante nella nostra vita. Alla fine del nostro viaggio raggiungiamo un picco elevato, sia in senso letterale sia metaforico, con il superamento di un traguardo, sotto il profilo fisico e sotto il profilo morale, che ci lega profondamente ad Amelia, una delle più grandi appassionate delle Dolomiti, mentre il nostro spirito si innalza ripristi-nando l’equilibrio nelle nostre vite.

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