L’Ors di Pani “Sulle montagne si trova la libertà! Il mondo è perfetto ovunque, salvo quando l'uomo arriva con i propri tormenti.” Friedrich Schiller
Arturo Cussigh, nato a Tolmezzo nel 1911, visse nel capoluogo carnico fino alle scuole medie. Svolse i suoi studi e le sue ricerche tra Venezia, Trieste, Bologna, dove respirò la vivacità culturale di questi ambienti, inserendosi nel panorama artistico nazionale e frequentando artisti di alto livello come Carrà, Sironi, Soffici, Carena, Campigli.
Cussigh era molto legato alla sua terra e quando vi fece ritorno, le montagne e soprattutto la flora della Carnia, ispirarono le sue opere, tanto da valergli il nome di “poeta dei fiori alpini”.
Non solo paesaggi e fiori furono oggetto della ricerca dei suoi studi, ma anche ritratti di personaggi che lo colpirono particolarmente con la forza della loro personalità e la capacità di comunicare emozioni e suggestioni allo spettatore.
Il Museo Carnico custodisce un ritratto realizzato da Arturo Cussigh, dove con poche pennellate e pochi colori, è riuscito a comunicare la forte, prepotente, personalità di Antonio – Toni -Zanella.
Antonio Zanella, nato ad Amaro nel 1887, fu più conosciuto col soprannome di Ors di Pani, dal toponimo dell’altopiano sopra Raveo, dove viveva e possedeva centinaia di ettari di boschi e pascoli allevando mandrie di bovini e greggi di pecore e capre, tanto da essere definito il ‘Patriarca della Carnia’.
La vita dell’Ors è stata particolare e ricca di avvenimenti.
Essere definiti “un orso” significa comunemente essere una persona burbera, asociale, non incline alle manifestazioni di affetto, di poche parole e amante della solitudine.
E l’Ors di Pani incarnava perfettamente tutte queste caratteristiche, spingendosi però ancora oltre: anche il suo aspetto era, appunto, irsuto. Una criniera rossastra, crespa e arruffata, continuava sul volto con una barba altrettanto folta e disordinata che scendeva fino a metà petto.
Non si può poi prescindere dal successo che riscuoteva con le donne, colpite dal suo fascino animalesco, dal potere che deteneva e dal suo essere uno spirito libero che lo rendevano estremamente attraente. Irruente, instancabile e selvaggio anche nei rapporti amorosi, al punto da cacciare di casa la seconda moglie per vivere in modo estremamente naturale uno scandaloso rapporto incestuoso con la prima figlia, unica dei suoi quattro discendenti ad essere riconosciuta.
Nato verso la fine del XIX secolo e morto tragicamente nel 1956, Zanella si discostava dalla morale comune, lontano dal pensiero cattolico seppur, a modo suo, credente, totalmente incurante delle regole sociali e dei pettegolezzi della gente sulla sua condotta.
L’Ors visse seguendo esclusivamente l’unica legge in cui credeva: quella dell’assoluta libertà di pensare e agire. Per capire questo stile di vita fuori dalla norma, si deve necessariamente tenere conto dell’isolamento in cui viveva tra le sue montagne, senza però dimenticare il forte sentimento di solidarietà: nel periodo tra le due Guerre e durante la Seconda Guerra Mondiale, nonostante il suo quasi morboso attaccamento al possesso e all’accumulazione, che aveva fatto di lui un uomo straordinariamente ricco, sacrificò animali e riserve alimentari per nutrire partigiani e compaesani, perfino decimando le sue greggi.
Protagonista suo malgrado delle vicende della Seconda Guerra Mondiale, costretto a nascondere e sostenere anche economicamente i partigiani nascosti nei suoi stavoli, affrontò però la situazione senza mai tradire la sua natura, che spesso la tradizione orale ha arricchito con elementi curiosi ed originali, fino a trasformare i fatti storici in leggenda.
La morte, giunta attraverso una fucilata in pieno volto durante una tormenta di neve, colse l’Ors e l’amata figlia Maria in una notte d’inverno del 1956, per mano di un suo pastore, Romano Lorenzini, spinto a questo gesto da un profondo sentimento di invidia, rancore e odio verso lo Zanella, e forse, come sussurra qualcuno, anche per il fatto di essersi visto rifiutate le offerte amorose dalla figlia Maria, che a una vita con lui preferì la relazione esclusiva ed incestuosa col padre.
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