Officina di Storie 2021: DoloMythicWomen / Tra famiglia e lavoro

L'ABITO DALLE TANTE VITE - Collezione etnografica "Cemùot chi èrin" di Forni Avoltri

Chissà a cosa pensava Margherita del Fabbro mentre indossava la sua sottoveste bianca impreziosita dal pizzo, poi infilava le braccia nelle maniche del comès di piquet operato e se lo accomodava sul davanti. Chissà come era abituata a vestire quella gonna grigio scuro, a cui dava un tocco di colore verde quando la copriva con l'immancabile grembiule di calda lana verde o di azzurro quando allacciava invece dietro alla schiena quello di cotone. Il ravvivare lo sfondo nero con i colori vivaci della fantasia a fiori si ritrovava nel fazzoletto, che non mancava mai di annodare sulla nuca e che le contornava in ogni stagione il viso.

Margherita è una donna vissuta tra gli ultimi decenni dell'Ottocento e la metà del Novecento e lei e i suoi vestiti (li ha usati per tutta la sua vita) avevano visto e vissuto anni così estremamente intensi e lasciavano poco spazio alla fantasia.

Sicuramente tra i suoi pensieri mai l'avrà sfiorata l'idea che quel suo abito potesse essere indossato da un'attrice su un set cinematografico, né tantomeno che quel suo quotidiano di trame ed intrecci potesse essere esposto nella Collezione Etnografica Cemùot chi èrin di Forni Avoltri, il suo paese.

Quell'abito ormai senza di lei attraversa il resto del secolo in un armadio, gelosamente custodito, finché nel 1981 viene indossato dalla protagonista della mini serie TV intitolato “Maria Zef” (regia di Vittorio Cottafavi; interprete e sceneggiatore Siro Angeli), ispirato al romanzo scritto nel 1936 da Paola Bianchetti Drigo ed ambientato tra il Monte Cridola, il Varmost, il Monte Tudaio e Forni di Sopra, in cui Maria, è protagonista del drammatico racconto che narra con crudezza delle sorti di due giovanissime sorelle, rimaste orfane ed affidate allo zio paterno. Una storia di abbandono, di abusi e sfruttamento da cui la protagonista alla fine a suo modo trova un riscatto dalla sua condizione.

CURIUOSITA’: il film è stato recentemente restaurato da Teche Rai e Museo del Cinema di Torino e presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.
Qui il link al film https://www.youtube.com/watch?v=UrdW_w_INC8

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Collezione

Carnia Musei Rete Museale

Autore

CarniaMusei. Autrice Federica D'Orazio.

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