”COSTRETTI” A EMIGRARE O “SCELTA" DI RIMANERE IN MONTAGNA?
Dopo una breve disanima del problema “andare via o... rimanere?”, presentiamo un quadro di L. Regianini su come sarà futuro in città per quelli che emigrano. L’Artista sembra voler dire: “Ma sapete cosa vi aspetta?”.
ANDARE VIA... O RIMANERE?
I nuovi “costretti” a emigrare sono, soprattutto, i giovani laureati con varie specializzazioni. Prendiamo, ad esempio, un laureato in bioingegneria abitante in Comelico. Sicuramente (e parliamo di un caso concreto) a Santo Stefano di Cadore non trova un lavoro confacente con la sua laurea, per cui si guarda intorno, si ricorda che da studente ha frequentato l'Erasmus in Spagna, a Madrid, e che gli era piaciuto molto. Decide, così, di partire per la città spagnola, dove conosce amici che si era fatto con l'Erasmus e che potrebbero aiutarlo a integrarsi. Dobbiamo dire che due cose “influenzano”, in particolare, le scelte dei giovani: gli studi fatti in città e le esperienze di studio all'estero. Appena laureati, fanno fatica a tornare stabilmente nel paese di origine, dove per loro diventa difficile trovare un'occupazione, anche perché non si adattano ad accettare qualsiasi offerta, allora ... partono. Da sottolineare il fatto che in passato erano pochi giovani locali che si laureavano, mentre oggi sono molti. Qualche giovane, però, decide di rimanere e di vivere in montagna, accettando lavori sul posto o mettendosi in proprio, organizzando un'attività (vedi, ad esempio, a Costalta il progetto “ Adotta una mucca”, con vendita di prodotti on line). In questi settori, soprattutto, si creano, in Comelico, “nuovi lavori”: turismo, manifatture, allevamento, conduzione di aziende agricole, agriturismo.
UN MONITO... UN’OPERA di Regianini
Presentiamo un quadro emblematico, intitolato “Milano... domani ". Il Pittore sembra voler rivolgere un monito ai giovani montanari: “Se potete, non andate a vivere in città! Vivere li’, nel caos, con limitati rapporti interpersonali, è disumano! E il futuro... eccolo!”.
In effetti, in questo dipinto, che fa da contrasto con il paesaggio bucolico illustrato nell’hashtag #LandscapeofLife, egli presenta una visione apocalittica sul futuro del capoluogo lombardo. Macché tram, autobus, metrò o automobili: la Milano come la immagina il Maestro, potrà essere attraversata mediante l'impiego di comuni liane, come ai tempi di Tarzan, semplicemente perché l'attuale metropoli lombarda apparirà come un'immensa e intricata giungla, al di sopra della quale spiccheranno, in netto contrasto, ma assai malinconicamente, la più alta guglia del Duomo, con un accenno della Madunina, e un pezzo di Pirellone, un po' diroccato e più o meno inclinato quanto la Torre di Pisa. L'attraversamento di questa Milano, naturalmente, sarà possibile soltanto con le liane, sempreché in città ci sia ancora vita, cosa che per ora è da ritenersi molto improbabile. Nell'eventualità di una Milano viva, comunque, occorrerà regolare il traffico, anche se questo avviene tra un gruppo e l'altro di alberi. Ammettendo la sopravvivenza del calcio, ad esempio, i tifosi non diserteranno certamente i vari incontri in programma allo stadio già San Siro, per cui, è assai probabile che venga attuato un servizio di "liane speciali" in grado di trasportare gli sportivi sul luogo della contesa pedatoria. Certo, le forze dell'ordine, in caso di disordine, dovranno essere presenti anch'esse, magari armate di tutto punto con tronchi e rami della giungla milanese. Ma Milano, per essere sempre Milano, dovrà avere ancora la Borsa, mentre non sarà un dramma se, invece dei soliti... canali televisivi, i “cittadini” dovranno accontentarsi dei... torrentelli, che scorrono ai piedi di ciclopiche piante.
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