Officina di Storie 2021: DoloMythicWomen / Tra famiglia e lavoro

LE DONNE IN COMELICO: matriarche... “in casa”, ma non “nella società”.

Dopo una breve introduzione storica, analizziamo il rapporto donne-Regole, argomento, questo, ben conosciuto e sentito dal pittore Regianini, anche per motivi familiari, dato che madre e moglie hanno origini comeliane. Ha espresso il suo parere, in merito, in varie interviste e in conversazioni private, che qui cerchiamo di riprendere, anche attraverso la presentazione di una sua opera riguardante le Regole.
Per quanto attiene alla presenza delle donne nelle leggende comeliane, precisiamo che essa è stata affrontata dal Pittore soprattutto in due opere conservate nel Museo Regianini (“Le vecchie ongane” e “Le giovani ongane”) e presentate nella prima edizione della campagna #DolomitesMuseum.


Matriarche... in casa
Nel lontano passato in Comelico (ma ovunque sulle nostre montagne) le famiglie erano totalmente in mano alle matriarche. Tutto nella casa dipendeva da loro. Erano autoritarie. Tenevano sotto chiave gli alimenti, farine, formaggio, burro, tutta la dispensa. Facevano da mangiare e le porzioni. Anche nelle famiglie che avevano l'uomo tuttofare, il “famei”, che curava anche la stalla, la mungitura era riservata alla “parona”, la matriarca. Per intimorire i bambini, le matriarche raccontavano storie delle streghe del bosco che prendevano con loro quelli cattivi e disubbidienti. La famiglia era "allargata" e i figli portavano le mogli in casa paterna. Erano proprio le donne a controllare e a comandare.
Questo matriarcato, ben evidente "in casa", non trovava, però, corrispondenza nel ruolo "sociale" assegnato alle donne dalle Regole.


...e nelle Regole?
Le 16 Regole del Comelico gestiscono il patrimonio collettivo, costituito da boschi, pascoli, praterie, malghe, che è inalienabile, indivisibile, inusucapibile.
Rapporto problematico, quello riguardante il loro rapporto con le donne, viste le norme statutarie che, da secoli, stanno alla base delle Comunioni Familiari. Il problema relativo all’ammissione dell'altro sesso nell’ordinamento regoliero è ancora pienamente aperto e il conflitto di opinioni è molto acceso, visto che le leggi limitano la facoltà delle donne di essere considerate “regoliere” e quindi portatrici dei diritti dei regolieri stessi. Alla componente femminile è stato riservato quasi soltanto la facoltà di subentro temporaneo, solo per le vedove con figli maschi minori (finché dura lo stato di vedovanza o finché un figlio maschio e convivente abbia raggiunto la maggiore età).
E’ cambiato, nei secoli, il ruolo delle donne nella società, ma gli statuti regolieri sono rimasti, nei secoli, quasi invariati.
Dobbiamo dire, però, che alcune delle Regole comeliane hanno, da qualche anno, avviato quel processo che gradatamente dovrebbe portare, anche in questo campo, alla parità dei sessi. Il percorso sarà lungo, ma, mentre Cortina diceva di no, le Regole di Costa, Costalta, Costalissoio, Campolongo, Casada e Padola (solo per citarne alcune) hanno fatto il primo passo. Riportiamo qualche citazione di affermazioni dei capiregola, reperite in rete, per dare forza probativa al nostro discorso.
Regola di Campolongo (17-2-2011): “La nostra è stata la prima Comunione Familiare del Comelico ad accogliere nel suo seno le donne nubili figlie di regolieri e le vedove di regolieri. Un’innovazione epocale in quanto sono riconosciuti alle donne gli stessi diritti e doveri che per oltre un millennio sono stati riservati esclusivamente ai discendenti maschi degli abitanti originari".
Regola di di Costa (14-3-2016): «È stata una prima breccia dopo anni di dibattito e ora una ventina di donne faranno parte dell'assemblea regoliera. Una iniezione di speranza per il futuro, perché la nostra comunità è fatta da ultra 60enni e tra qualche decennio si rischiava che la Regola di Costa diventasse proprietà di pochi».
Regola di Costalta (3-4-2016): “Per noi si tratta di una giornata storica, epocale. Cade una discriminazione durata secoli, perché da oggi anche le donne potranno far parte della Regola”.


Un'opera di Regianini...
E cosa pensava al riguardo il Pittore? Diciamo che non ha mai preso un posizione netta in questa diatriba, ma conveniva sul fatto che le norme statutarie dovrebbero andare di pari passo con la società. Il quadro che presentiamo raffigura una visione "classica" dell'istituto regoliero. Si tratta di un’opera composta in occasione del primo “Meeting delle Regole”, svoltosi a Costalissoio di Cadore, il 26 agosto 2009, e ivi conservato nella Sala Assembleare.
E' un dipinto “celebrativo” di un evento particolare alla sua prima edizione, in cui rinveniamo gli elementi essenziali delle Comunità Familiari. L'importante opera, infatti, è emblematica. Vi sono raffigurate le tre componenti sulle quali poggiano le Regole: fuoco-famiglia, pascoli, boschi. In un cielo terso è visibile, in alto, lo stemma delle Regole del Cadore.
Sullo sfondo una catena di montagne con schiere di antenati che guardano uniti verso vaste praterie e pascoli. In primo piano, accanto ai fiori, un capitello classico e una pietra su cui è scolpita la parola FAULA, termine longobardo significante “assemblea” (si riferisce all'assemblea dei regolieri che è sovrana, organo principe di base democratica, risalente ai primordi delle Regole).

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Museo Regianini surrealismo

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Museo Regianini Surrealismo

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