I suoni della natura
Può un musicista interagire con i suoni della natura?
Si, c’è chi l’ha fatto. In primis Mario Brunello, violoncellista di fama internazionale. Da anni porta i suoi concerti in alta quota, in anfiteatri naturali, per cercare nel silenzio “rumoroso” delle montagne (tra il sospiro del vento, lo stormire delle fronde e i versi degli uccelli ed altri animali) di scoprire nuove sonorità, diverse dall’acustica asettica delle sale da concerto.
Leggiamo dal suo libro “Fuori con la Musica”: “Il suono del mio violoncello nasce dal legno degli abeti armonici, alberi che crescono sulle Dolomiti orientali, nella zona del Panaveggio, sotto le Pale di San Martino”. Sembra che qui si aggirasse anche lo stesso Stradivari alla ricerca degli alberi più adatti alla costruzione dei suoi celebri violini: abeti rossi plurisecolari, il cui legno, grazie alla particolare capacità di ""risonanza"" forniva la materia prima ideale per la costruzione delle casse armoniche. Ma torniamo al racconto di Brunello: “Mi sono chiesto se attraverso il violoncello, fosse possibile in qualche maniera misurare la sonorità degli abeti senza tagliarli (…) Così son partito violoncello in spalla, per andare a suonare la Prima Suite di Bach per gli abeti. Una mattina di marzo il bosco era innevato e si affondava per arrivare vicino agli alberi, dove la neve si scioglie e si sente il calore del primo sole che comincia a scaldare i tronchi. Ho cominciato a suonare il preludio (…). Appoggiando il violoncello alla base del tronco e spostandomi da un albero all’altro, si sentiva che ognuno possedeva un proprio suono. La trasmissione sonora passa direttamente dallo strumento al corpo del tronco, il suono si espande verso l’alto con una risonanza che ha dell’incredibile. Finito di suonare nel silenzio del bosco si è sentito un picchio che batteva, tamburellava su un albero. La natura aveva già trovato uno strumento che sapesse ascoltare il suono degli alberi”.
I libri di Brunello nelle nostre biblioteche: https://bit.ly/3oQu3ez
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