Mia zia Olga
Mia zia Olga De Col (zia si mia mamma in realtà) è stata anche una partigiana.
Naque nel 1907, in Germania, nei pressi di Fortezza dove entrambi i genitori, Filomena Miana di Voltago Ag. e Eugenio De Col di La Valle Ag, lavoravano nelle miniere. Tornarono a Voltago forse per lo scoppio della prima guerra mondiale a causa della quale rimase orfana a dieci anni. Crebbe a Voltago con la madre (cuoca e realizzatrice di finissimi lavori all'uncinetto) e il più noto fratello Gianni, nato nel 1915, (partigiano anche lui).
A 18 anni si sposò e si trasferì ad Agordo per poi più tardi raggiungere la madre a Busto Arsizio, dove lavoravano come cuoche, forse fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, quando tornarono a casa.
Partecipò alla resistenza come staffetta.
Qualche tempo dopo il termine di quel periodo drammatico, mise in atto le sue doti imprenditoriali e avviò un servizio per gli studenti fuori sede dell'istituto Follador, preparando pasti e dando alloggio (appoggiandosi anche ad altri con un organizzazione in rete tipo albergo diffuso) agli studenti fuori sede, anche stranieri, tanto era rinomata la scuola.
Doveva essere un servizio un po' di livello perché su una copia del giornale dell'istituto minerario, i redattori, noti burloni, ricambiarono una sponsorizzazione con questo spot: da Olga, se paga tant, ma se magna ben!
Negli anni Sessanta prese la patente e non si comprò una macchinetta qualsiasi, ma una Fiat 850 coupé, sebbene sembra non sapesse neanche fare la retromarcia.
Amava le cose belle e l'arte ed era molto elegante: sempre con i capelli perfetti, foulard di seta, cappotti di sartoria e ""ori"" (come diciamo noi). Poche cose, ma di qualità altissima. Spesso portava i pantaloni.
Tutti la ricordano come una donna spiritosa, con un carattere forte.
Portò all'altare mia madre, facendo le veci di mio nonno che era già mancato; poi volle tenere me a battesimo.
Quando morì aveva 75 anni ed ancora lavorava. Io allora ne avevo 2 e mezzo, troppo pochi perché potessi farle le domande che le farei oggi su quel suo periodo da staffetta.
Ma resta un quadro che le apparteneva, che ritrae dei fiori rossi, e che dietro riporta una dedica del pittore Gim (Luigi Diligenti credo di leggere): "" ...alla signora Olga, detta la PANTERA ROSSA"".
Credo fosse il suo nome di battaglia, di quando era partigiana e aveva ancora i capelli fulvi come hanno molti originari de La Valle Agordina, il paese di suo padre.
Una piccola storia di una donna libera, una di quelle che ci hanno battuto la strada per rendercela più comoda.
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