Donne al lavoro in allegria - La fienagione
L’economia delle comunità di montagna si regge su uno stretto rapporto tra risorse e popolazione. La ricchezza del Comelico, prima dell’avvento del florido commercio del legname ma in parte anche dopo, si basava quasi esclusivamente sull’allevamento di bovini e ovini che fornivano carne, latte, lana, pelli.
Alla base di questo tipo di monocultura stava l’erba la cui
disponibilità condizionava tutta la catena di produzione soprattutto sotto la specie di fieno il quale permetteva di mantenere per lunghi mesi il bestiame in stalla.
Ecco quindi delineato per sommi capi il ciclo della produzione di fieno: in giugno si cominciava con lo sfalciare le vare (prati) che circondavano gli abitati; in agosto era l’ora dell’erba delle praterie di altura;
si finiva in settembre con il secondo sfalcio dei prati.
Questa è la successione delle operazioni della fienagione: sié ‘falciare’, un tempo operazione riservata agli uomini, mentre le donne provvedevano a rodlà cioè a spargere l’erba appena segata e a restlà cioè rastrellare il fieno.
Il contributo delle donne anche nelle attività della fienagione era sempre prezioso. I lavori, seppur faticosi, erano affrontati con allegria e gioia di vivere. Molte volte il canto delle donne al lavoro si diffondeva nell’aria creando una magica atmosfera. Non c’erano macchinari, tutto veniva fatto a mano con gli strumenti realizzati dai falegnami del paese.
(Piergiorgio Cesco Frare)
Il contributo delle donne anche nelle attività della fienagione era sempre prezioso.
I lavori, seppur faticosi, erano affrontati con allegria e gioia di vivere.
Foto di Oscar Coi
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