Le Vie dei Cràmars
‘I popoli della Cargna fanno diversi traffici coi tedeschi e come gente industriosa si partono dal loro paese in gran numero, et vanno a procacciarsi il viver in luochi lontanissimi, di maniera ch’ormai se ne trovano per tutta l’Europa, et la sua arte è texer panni di lana, ma più di lino, nel che sono eccellenti e rari’ .
(J. Valvasone di Maniago, Descrittione della Cargna, Udine 1866, p. 28)
Durante l’età moderna uno degli aspetti più importanti dell’economia della Carnia è rappresentato dalle attività svolte dai venditori ambulanti. Venivano chiamati ‘cràmars’, un termine preso dal tedesco Krämer (Speziale, farmacista).
Si trattò di una mobilità maschile, stagionale e terziaria, distinta per mete di emigrazione e per mestieri praticati, che durò circa tre secoli.
Sul finire dell’estate, percorrendo a piedi o a cavallo antichi sentieri, partivano per l’Austria, la Germania, l’Ungheria, la Romania, l’Istria, i principati di Bressanone e Trento, il Veneto e rientravano solo all’inizio della primavera. Sulle spalle trasportavano, all’interno della cràssigna (armadio portatile in legno), la mercanzia da vendere.
I cràmars della Carnia Settentrionale commercializzavano spezie, droghe, medicinali e manufatti tessili mentre quelli dalla Carnia meridionale erano specializzati come tessitori, cardatori, sarti, cappellai.
Alcuni con la loro attività commerciale conquistarono una notevole prosperità economica.
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