Le balie
Per la campagna dei Musei delle Dolomiti, nella settimana dedicata alle #DONNEDOLOMITICHE , non possiamo non raccontare delle balie.
Le balie erano giovani donne che, tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento, si recavano ad allattare, dietro compenso, i figli delle famiglie aristocratiche e borghesi delle città del Nord Italia.
Questo significava lasciare a casa il proprio figlio di pochi mesi, che veniva precocemente svezzato con latte di mucca o di capra diluiti. Quando era fortunato, riceveva il latte di un’altra donna del paese. Purtroppo, a volte succedeva che non riusciva a sopravvivere per problemi gastrointestinali.
Si può immaginare il dolore di queste madri al momento della partenza, il disagio per la forzata ritenzione del latte durante il viaggio, la difficoltà a inserirsi in un ambiente completamente diverso da quello a cui erano abituate, la nostalgia di casa.
Le balie rimanevano lontane da casa per circa un anno.
Il rientro in paese non era semplice soprattutto per la difficoltà di ricucire i legami affettivi, allentati dalla lontananza, specie con i figli piccoli che non riconoscevano più la madre. Tra l’altro, molte balie si trattenevano nella stessa famiglia come balie asciutte, prolungando di molto l’assenza da casa. L’esperienza migratoria cambiava queste donne: parlavano l’italiano, sapevano cucinare, avevano accumulato esperienze e idee diverse.
Il ricorso alle balie da latte raggiunse il suo acme nel periodo fascista, quando la chiusura delle frontiere ridusse l’emigrazione maschile, gettando molte famiglie in uno stato di miseria. La diffusione del latte in polvere e le trasformazioni sociali contribuirono ad accelerare la fine di questa peculiare emigrazione, per noi oggi difficilmente concepibile, intorno agli anni Cinquanta del Novecento.
Nel nostro museo, che vi invitiamo a visitare, due sale parlano interamente di questa storia. Nelle vetrine sono esposti alcuni abiti delle balie, una sorta di divisa, con prevalenza cromatica del bianco, con gli svolazzanti grembiuli di tulle e pizzo, le camicie ricamate, i gioielli vistosi di filigrana e corallo. Inoltre potrete ascoltare le testimonianze orali di queste #donnedolomitiche .
Per approfondire: ""Le balie da latte. Una forma peculiare di emigrazione temporanea"", 1984 a cura di D.Perco
Nella foto: una balia in abito tipico. Archivio MES
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