Déodat de Dolomieu
Non troppo tempo fa di Dolomiti non si parlava. Era un nome ancora mai pronunciato. Bisognerà aspettare un’epoca di sommovimenti politici e militari - il fatidico 1789 - per trovare un giovane e avventuroso scienziato, Déodat de Dolomieu, e il suo amico Louis Benjamin Fleuriau de Bellevue attraversare a piedi le montagne del Brennero e spedire all’attenzione di un amico e collega alcuni curiosi campioni di roccia sedimentaria formata, principalmente, da un peculiare carbonato di calcio e magnesio. Tutto il resto che fu raccolto in quel viaggio di esplorazione - diari, rocce, esiti di esperimenti - andò perduto in un naufragio tra Venezia e Marsiglia ma non quei fortunati esemplari di “Dolomia” che raggiunsero l’occhio esperto di Nicolas-Théodore de Saussure e furono da lui riconosciuti per quello che erano: una roccia mai incontrata prima. Ecco perchè oggi parliamo di Dolomiti: dobbiamo il nome ad uno scienziato eclettico e intraprendente chiamato Déodat de Dolomieu.
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