Interno della Casa natale di Tiziano Autore Foto: Stefano Da Rin Puppel
Lo stretto legame tra le famiglie di questo altopiano ed il bestiame è storia antica e contemporanea raccontato da Stefano Morandini attraverso questo video racconto https://youtu.be/0gyWrRF4egs.
Rispetto ad un recente passato in cui ogni famiglia allevava le mucche, oggi è una scelta di vita che necessità di ingredienti insostituibili: passione, dedizione, determinazione e tenacia.
Si dimentica quella suddivisione del tempo tra feriale e festivo, i ritmi della giornata sono scanditi dalle esigenze del bestiame.
L'insieme di tutto il lavoro a cui si attende per prendersi cura degli animali sia in stalla d'inverno che d'estate in alpeggio si chiama règi.
L'intera famiglia dà una mano per prendersi cura delle mucche, che ancora oggi hanno un nome, non un numero, così al mattino presto si comincia a pulire la lettiera nella stalla, portando fuori il ledàn (letame) nella vasca di raccolta.
Finito questo, si dà una gràmpe (manciata) di sale, delle porzioni di mangime, si mette nella mangiatoia il fen prima di iniziare il mòlgi (mungitura).
Nel tardo pomeriggio la sequenza si ripete. Ogni giorno così, perché il bestiame arriva prima di tutto.
Ricordo l'episodio accaduto ad un ragazzo dell'Alta valle di Lauco che curava le sue mucche con grande dedizione, mungendole ancora adesso a mano, perché la mungitrice a suo dire rovinava le mammelle; alla fine della mungitura spalmava sulle mammelle una crema specifica perché la pelle fosse protetta.
Osò, letteralmente, prendersi qualche giorno di ferie, che però durarono ben poco. Le sue mucche erano state affidate ad un altro pastore e spostate nella sua stalla.
Le mucche muggivano (anzi, mi hanno riferito “gridavano”) giorno e notte.
Chiamato il legittimo proprietario, questi tornò immediatamente a casa. Quando andò a riprenderle, tutte le mucche gli si fecero incontro e lo seguirono fino alla loro stalla. Tutti così in paese riuscirono a dormire. Vi assicuro che non è una storia inventata.
Tags