Officina di Storie: Inclinedliving / Salita che fatica

Archivio Museo Algudnei - Immagine di due ragazzini che hanno appena ricevuto la Cresima nell'anno 1955

Quelle che oggi chiamiamo malghe una volte erano denominate casere. Erano di gran lunga più numerose di quelle che oggi conosciamo. Di fatto sono rimaste attive quelle più accessibili, servite da strade. Fanno eccezione alcune la cui attività resiste nel tempo nonostante le difficoltà di accesso, come la Malga Vette Grandi o quella di Erera Brendol nel cuore del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Cargar montagna, salire in malga, a giugno in questi casi è ancora un evento (per le vacche certamente, visto che devono affrontare più di 1000 metri di dislivello per arrivare a destinazione!).
Il nucleo di edifici comprendeva la casèra vera e propria dove dormivano i pastori e il casaro e dove avveniva la lavorazione del latte. A volte c'era un edificio separato a questo scopo, il casèl. Poco distante si trovava la lunga tettoia per gli animali detta, a seconda dei luoghi, pendàna, mandra, teàz etc. e davanti lo spiazzo per gli animali, il campìgol. Fondamentale la presenza di una buona sorgente.
I pascoli erano generalmente beni comuni e venivano concessi in affitto per più anni. L'affittuario portava (e porta tutt'ora) le bestie di sua proprietà insieme a quelle che gli venivano affidate da altri proprietari. Il numero di pastori dipendeva ovviamente dal numero di capi e aveva una precisa gerarchia basata sull'esperienza e sull'età. Il lavoro del pastore consisteva nell'aiutare il casaro nella mungitura e nel portare le bestie al pascolo.
Per i proprietari, accompagnare i propri animali in casera, tornare per la pesata ( rito dell'alpeggio in cui si andava a stimare il numero di prodotti lattiero/caseari di cui ogni proprietario aveva diritto sulla base della produzione di latte delle proprie vacche), attendere il rientro in paese erano momenti importanti. Negli ultimi anni in molte località è tornata in auge la festa della desmotegada con grande gioia di pastori, paesani e turisti.
Nella foto Casera Vette Grandi prima metà del '900.

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Collezione

Museo Etnografico della Provincia di Belluno e del Parco delle Dolomiti Bellunesi

Autore

Elio Migliorini

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