Il Museo ripercorre tutta la storia di questa mirabile invenzione, a partire dal pezzo più antico: un celerifero francese del 1791, accompagnato poi dai successivi bicicli italiani, inglesi, francesi e americani dell’Ottocento. A testimonianza dell'importanza sociale del mezzo ci sono poi le biciclette usate per lavoro: quella del vigile del fuoco inglese, del postino svizzero, del tostatore di caffé, del fotografo ambulante. Fra le tante biciclette appartenute a campioni sportivi, sono da citare quelle leggendarie di Coppi e Bartali, esposte accanto a quelle di Moser, Saronni e Pantani.
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