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Il trasporto del fieno

Spostarsi una volta, ma non così tanto tempo fa, era anche questo: andare a raccogliere il fieno falciato nei prati e portarlo nel fienile di casa per l'inverno. Cavalli, carro e tutta la famiglia arruolata!
I prati da falciare si distinguevano in "àres", campi che a rotazione erano adibiti a semina e che venivano falciati due volte, ai primi di luglio e a metà settembre e i "pràde", terreni non arativi ai quali veniva dato un solo sfalcio in agosto. La fienagione iniziava i primi di luglio e terminava all'inizio dell'autunno con la raccolta del fieno di secondo taglio detto "l'ontiguói". La rugiada facilitava il lavoro perciò uomini e donne si recavano sui prati già all'alba; naturalmente la falciatura aveva le sue regole! Per prima cosa venivano segnati i confini tagliando una stretta striscia di fieno e poi si falciava il resto del prato procedendo regolarmente da un lato all'altro tagliando sempre nello stesso senso. Una volta che il fieno si era seccato veniva rastrellato in mucchi con cui si riempivano dei lenzuoli quadrati di tela di sacco muniti di fettucce agli angoli per la chiusura; se il prato era nei pressi della casa il sacco, "màntol", veniva trasportato sul capo fino al fienile, altrimenti, se si trovata in un prato distante, si caricava su un carretto a due ruote e trainato a mano. Chi possedeva un cavallo caricava il fieno direttamente sul carro a quattro ruote.
Il fienile nelle case ampezzane si trovava sul retro della casa ed il fieno vi veniva immagazzinato in settori differenti a seconda del tipo.

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Museo Etnografico Regole d'Ampezzo

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