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Le scritte dei pastori della Val di Fiemme

Una montagna dipinta di rosso! È questo lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi se, dagli abitati di Tesero, Panchià, Ziano di Fiemme e Predazzo, decidiamo di risalire i rilievi che si stagliano a monte dei paesi, percorrendo gli stessi tragitti seguiti dai pastori e dalle loro greggi per oltre quattro secoli.
Si tratta delle scritte dei pastori della val di Fiemme, indagati dal Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina attraverso un pluriennale progetto di ricerca, su idea di Giovanni Kezich e coordinato dall’etnoarcheologa Marta Bazzanella.
Sulle pareti rocciose che incontriamo lungo i percorsi, troviamo date, conteggi del bestiame, disegni, messaggi di saluto e aneddoti, affollati a migliaia, che ci raccontano di un mondo ormai lontano e dei tanti uomini che hanno voluto lasciare traccia di sé. L’attività plurisecolare della pastorizia sul monte Cornón, nel gruppo del Latemar, ci ha dato in eredità tutte queste scritte che sono state realizzate con un’ocra rossa, detta localmente ból.
Con questo pigmento, che si reperisce facilmente in noduli in varie zone della montagna, i pastori contrassegnavano anzitutto il vello di capre e pecore per distinguere a quale proprietario appartenessero. Con lo stesso pigmento poi i pastori, solitari conduttori della piccola transumanza stagionale delle greggi dagli abitati di fondovalle verso questa montagna, liberavano la loro fantasia nei momenti di ozio.
Il periodo di questa attività scrittoria, deducibile dalle scritte stesse, va dalla seconda metà del Quattrocento alla prima metà del secolo scorso, ovvero fino al tramonto della società tradizionale che si basava su un’economia a carattere agrosilvopastorale.
Si tratta di una consuetudine già ben attestata in numerosi altri contesti pastorali alpini e appenninici, ma non solo. La solitudine dei pastori stimola infatti un bisogno intimo di comunicazione per sé e per gli altri. Per i pastori, e più raramente anche per i contadini e i cacciatori fiemmesi, le pareti rocciose del Cornón sono state delle grandi lavagne, dove ogni scritta è curata con dedizione artistica, perché destinata a durare e a sopravvivere agli autori.

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Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina

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