Officina di Storie: Mountainrites / La maschera

Il bufòn

Dal giorno di Sant’Antonio abate (17 gennaio) si apre il periodo del carnevale ladino, in cui compaiono le antiche maschere augurali, che si possono incontrare fino al martedì grasso.
Si tratta di mascherate ben strutturate, con alcune figure fisse, le cosiddette “maschere guida”, che aprono il corteo carnevalesco.
Quella sicuramente più nota e anche facilmente riconoscibile è la maschera del bufòn, personaggio irriverente, sempre pronto a tirare scherzi e fare dispetti, puntuale nel marcare vizi e virtù dei presenti. Si riconosce per il lunghissimo naso alla cui estremità è posto un ciondolo rosso a forma di cornetto portafortuna oppure di fiaschetto di vino. Altro ornamento distintivo di questo personaggio è il grande cappello (capucia) a cono molto colorato e ricco di fiori. Il copricapo è ottenuto da un cono di cartone foderato da fiori e stoffe colorate, con appesi talleri in argento dell’Impero asburgico, e al vertice ci può essere una coppia di mezze code del gallo forcello, emblema di virilità.
Durante il carnevale il bufón apostrofa gli astanti con salaci battute in rima, drammatizzandone difetti e malefatte più o meno palesi, ed è l’unica maschera guida che ha facoltà di parlare.

Il carnevale fassano si può ammirare in diverse località della valle: Campitello di Fassa, Canazei, Mazzin, Moena, Sèn Jan, Soraga.

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Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina

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Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina
Per approfondimenti sulle mascherate tradizionali consultate il sito www.carnivalkingofeurope.it

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