Officina di Storie: Differentimes / Ai miei tempi...

La cura delle pecore

La vita nella conca ampezzana fino a non più di cinquanta anni fa era scandita dall’alternarsi delle stagioni e dei lavori ad esse connessi; tra questi la cura degli animali che rappresentavano il sostentamento primario per ogni famiglia.
Verso il 12 di giugno gli animali, pecore e mucche, venivano condotti all’alpeggio dove restavano per tutta l’estate seguiti dal pastore e dai suoi assistenti, in genere dei ragazzini. Ai primi di ottobre tutte le bestie rientravano dall’alpeggio e il giorno di San Francesco, il 4 ottobre, veniva fatta – e tutt’oggi si fa – la cernita delle pecore. Uno steccato provvisorio veniva costruito (dèdui), composto da un recinto centrale più vari scomparti collocati attorno ad esso, ognuno per i villaggi di Cortina. Le pecore, una volta entrate nel recinto centrale, venivano smistate a seconda della marchiatura che avevano sull’orecchio (nòda) che corrispondeva al segno distintivo di ogni famiglia. Dal 4 ottobre fino alla prima nevicata le pecore, riunite in greggi per ogni villaggio, pascolavano l’erba cresciuta vicino alle case dopo il taglio fatto a settembre (un taglio povero di fiori, ma ricco di fogliame verde). Ogni proprietario di pecore a rotazione provvedeva a custodire il gregge ed ogni sera al rientro veniva fatta la cernita secondo i marchi alle orecchie.

Tags

Collezione

Museo Etnografico Regole d'Ampezzo

Autore

Museo Etnografico Regole d'Ampezzo

Diritti

https://www.facebook.com/Museo.Regole.Ampezzo/photos/a.252864091468667/2943092715779111/?type=3

Dolom.it è il tuo museo!

PARTECIPA