Far rivivere la storia
Il cambiamento è spesso associato solo al nuovo, ma cambiare a volte significa far rivivere la storia. Il Museum Gherdëina a Ortisei si batte quindi per il futuro. Per il futuro dei masi storici della Val Gardena che non sono solo espressione della nostra identità, ma anche memoria del nostro paesaggio. Dopotutto, come dice Joachim Moroder, professore emerito di architettura, 'i masi antichi sono a volte gli edifici più moderni': creati con materiali del paesaggio attorno essi formano un’unità armoniosa in e con esso.
Alcuni edifici rurali in Gardena hanno radici che risalgono fino alla metà del Duecento, ma oggi difficilmente soddisfano le esigenze dell’agricoltura moderna e sono quindi spesso minacciati dalla demolizione. È perciò necessario trovare una prospettiva di riutilizzo per questi edifici rurali delle montagne dolomitiche. Ed è necessario sensibilizzare proprietari, architetti, politici e operatori turistici al loro valore culturale e alla loro bellezza.
Per non perdere irrimediabilmente il nostro patrimonio architettonico, è necessario trovare il modo di sostenere i proprietari, offrire nuove perspettive di riuso e generare nuove motivazioni. Solo così la conservazione dei masi storici delle vallate dolomitiche non verrà percepita come un peso bensì come un privilegio. E solo allora il cambiamento sociale e economico non si riverserà in distruzione degli ultimi testimoni di un paesaggio millenario alpino.
Immgine:
Maso Ulëta a Santa Cristina in Val Gardena. Foto Vaclav Sedy, progetto del Museum Gherdëina 'MEJES / Masi storici in Val Gardena. La memoria di un paesaggio' 2018-2020,
Wandel wird häufig nur mit Neuem in Verbindung gebracht, dabei kann Wandel auch bedeuten, Altes wiederaufleben zu lassen. Das Museum Gherdëina kämpft deshalb für die Zukunft. Für die Zukunft historischer Bauernhöfe, die nicht nur Ausdruck unserer Identität sind, sondern Gedächtnis unserer Landschaft. Schließlich sind, wie es der emeritierte Architektur-Professor Joachim Moroder, formuliert, „die alten ladinischen Höfe mitunter die modernsten Bauten': aus der Berglandschaft der Dolomiten heraus entstanden und mit ihr eine Einheit bildend. Die Wurzeln der Höfe reichen zum Teil bis ins 13. Jahrhundert zurück, heute entsprechen sie aber kaum noch den Bedürfnissen der modernen Landwirtschaft und sind daher vielfach
vom Abbruch bedroht. Es gilt, für die alten Gebäude einen neuen Sinn zu finden. Und es gilt, die Menschen für ihren Wert und ihre Schönheit zu sensibilisieren: Eigentümer, Politiker, Planer, Wissenschaftler, Touristiker.
Um unser bauliches Erbe nicht unwiederbringlich zu verlieren, müssen wir Wege finden, die Eigentümer zu unterstützen, ihnen Motivation zu bieten. Nur so wird aus der Erhaltung historischer Bauernhöfe weniger eine Belastung, als vielmehr ein Privileg. Und nur so wird aus Wandel nicht Zerstörung.
Abbildung:
Hof Ulëta in St. Ulrich in Gröden. Foto: Vaclav Sedy, Projekt des Museum Gherdëina „MEJES / Bauernhöfe in Gröden - Das Gedächtnis einer Landschaft' 2018-2020
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