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La strada per le Tre Cime

'Oltre che a piedi, durante la stagione estiva le Tre Cime sono comodamente raggiungibili in auto su strada asfaltata con parcheggio a pagamento...' . Così viene pubblicizzata la strada che da Misurina conduce alla base delle Tre Cime; un percorso di 7 chilometri per arrivare in prossimità del Rifugio Auronzo, superando un dislivello di circa 445 metri. Nel periodo estivo la strada è a pagamento. A proposito di questa strada, così Dino Buzzati scriveva sul Corriere della Sera il 5/08/1952 nell’articolo 'Salvare dalle macchine le Tre Cime di Lavaredo': '... Nelle Dolomiti del Cadore si costruirà una strada senza precedenti; perché finora le strade dolomitiche passavano sotto le montagne e anche nei punti più alti come i valichi, ma per arrivare alle pareti ci voleva ancora un bel pezzo di cammino per boschi, forre, praterie, ghiaioni. Mentre questa nuova strada - che si prevede possa essere aperta per le Olimpiadi del 1956 - entrerà propriamente tra le crode, nelle segrete intimità del loro regno, e non si tratterà di montagne da strapazzo, di dolomiti di secondo ordine, anzi saranno i picchi più famosi, carichi di gloria e di leggenda. ...' Nel 1991 l’associazione M. Wilderness protestava contro la strada delle Tre Cime che consentiva ad un numero sempre maggiore di veicoli di parcheggiare al cospetto delle cime. Nel corso degli anni le proteste sono continuate, così come le discussioni per trovare soluzioni alternative. Intanto, però, si continua a salire con i mezzi motorizzati. Al fine di limitare l’afflusso dei veicoli nei parcheggi sotto le cime, nel 2018 il C. di Auronzo ha deciso di aumentare la tariffa del pedaggio ipotizzando, con questa decisione, di scoraggiare l’accesso veicolare in quota, proponendo, al tempo stesso, modi alternativi di accesso, come autobus e navette.
Tutta questa discussione, che si trascina da moltissimi anni, ci invita a rileggere nuovamente l’articolo di Buzzati, pubblicato nel 1952, che così concludeva:
' ... Su per i canaloni tenebrosi, dove sepolte dalle frane le ossa di qualche alpino ancora giacciono, salirà il crepitio svergognato dei «due tempi» mescolato a echi di orchestrine...'

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Essezetaelle

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