La natura cambiata
All'inferno i killer della natura'
#differentimes #DolomitesMuseum Museo Dolom.it
Il sesto hashtag della campagna #DolomitesMuseum è dedicato al 'tempo' sulle Dolomiti, alle sue varie sfacettature, da quello atmosferico a... quello vissuto. L'opera di Regianini che presentiamo si riferisce ai cambiamenti climatici e al degrado ambientale.
'Il clima del pianeta è cambiato e ciò si è già constatato anche in montagna. È saltato l’equilibrio del recente passato, quando le stagioni erano sicure nel loro arco di tempo, per cui si verificano periodi più o meno lunghi di siccità e di pioggia spesso anche 'fuori stagione'. La neve non arriva all’inizio dell’inverno quando tutti la attendono per aprire la stagione turistica sciistica invernale, costringendo gli operatori a produrre neve artificiale con i cannoni, consumando acqua ed energia elettrica, con notevoli costi in denaro e in manodopera. Sono frequenti le alluvioni, l’ingrossamento dei corsi d’acqua, fiumi, torrenti, ruscelli che tracimano ed esondano, provocando invasioni di fango sulle strade nei paesi. Si verificano momenti di intensa pioggia chiamati 'bombe d’acqua'. È il vento che arriva con una forza anche di 200, provocando danni e l’abbattimento di interi boschi, come l’uragano Vaia. Come deve comportarsi l’uomo di fronte allo scatenarsi di tali elementi? E le conseguenze? Adattarsi, e affrontare le situazioni con filosofia, senza traumatizzare. Vorremmo vedere le comunità adattarsi alle nuove situazioni e procede a riorganizzare il i sistemi di vita, di lavoro, di tempo libero, di studio, di vacanze, di turismo, di sport. (Guido Buzzo)
L'opera di Regianini ben evidenzia i concetti sopra esposti.
Si intitola 'All'inferno i killer della natura', acrilico su tavola, cm 100x80. Realizzata nel 2008, è conservata nella sala della Regola di Costalissoio.
Qualche info sulla genesi dell'opera.
12 agosto 2018: grande manifestazione sulla 'Panoramica del Comelico', nei pressi di Costalissoio, dove è stata inaugurata la targa (tuttora visibile) con una famosa frase di Giovanni Paolo II: 'Nel giorno del giudizio, l'uomo sarà chiamato a rispondere ai danni della natura. Solo chi ama la natura può trovare se stesso' (parole pronunciate dal Papa, all'Angelus, a S. Stefano di Cadore, l'11 luglio 1993). La cerimonia, coordinata da Guido Buzzo e svolta alla presenza di numerose autorità religiose e politiche, ha avuto larga eco nei mass media e, in particolare, sulla stampa. 'Per l'occasione, il maestro Luigi Regianini di Milano ha voluto interpretare le parole del Papa dipingendo un'opera surrealistica dall'intenso nome 'All'inferno i killer della natura'. L'opera, unitamente a una serie di riproduzioni di dipinti sull'olocausto ambientale nelle principali capitali del mondo, verrà esposta al pubblico nel Museo surrealista della Regola..' (da 'Il Gazzettino', 12-08-2008). 'Sarà stata anche un'interpretazione un po' forte, certo è che il quadro di Luigi Regianini ha sintetizzato in modo efficace il senso della cerimonia, svoltasi per ricordare le importanti parole del Papa a difesa della natura e dell'ambiente, ispirate proprio dal meraviglioso contesto naturalistico del Comelico' (S.Vietina, sul 'Corriere delle Alpi', 13-08-2008). Il maestro Regianini ha voluto, condividendo l'accorato messaggio di Giovanni Paolo II, pronunciato a S. Stefano di Cadore nel 1993 riguardo al degrado ambientale, contribuire con una sua visione pittorica ad evidenziare questa tragedia dei nostri tempi, mostrando una realtà con varie simbologie atte ad illustrare l'attuale rapporto dell'uomo contemporaneo con la natura. L'uomo è l'artefice che ha trasformato in breve tempo un paradiso terrestre in un luogo tragicamente invivibile. Questo dipinto non vuole rappresentare una visione esageratamente catastrofica, ma la vera realtà che ci circonda e che purtroppo nel prossimo futuro ci offrirà aspetti ben peggiori. Un messaggio come monito agli uomini di buona volontà di non proseguire in questa direzione, ma immediatamente agire verso un radicale cambiamento, forse ancora possibile. (Pino Bertorelli)
La presentazione dell'opera, fatta dal pittore:
'La rappresentazione è cosi chiara da non dover aggiungere nulla, ma per decifrare alcune immagini simboliche è doveroso illustrare i contenuti.
La parte alta dell'opera raffigura, nel centro, l'occhio vigile del Creatore, circondato da fiori e da un'aria tersa e pura di color turchese. A sinistra si nota un firmamento costellato da stelle e pianeti e alla destra un angelo con una lunga tromba che annuncia agli uomini il loro disdicevole comportamento, mentre in basso un angelo giustiziere con la spada fiammeggiante indica ai malvagi la via dell'inferno. Riguardo alla visione terrena, appare un cielo inquinato di colore violaceo, prodotto dai fumi della città, e innumerevoli fabbriche, mentre sullo sfondo aride montagne assorbono l'ultima neve. La visione di automobili abbandonate simboleggia le numerose discariche sparse qua e là sulle nostre pianure. Un fienile in disuso e fatiscente, circondato da prati non lavorati, vuol significare l'abbandono dei campi in moltissime zone di montagna, e su di un promontorio, in primo piano, l'artista ha posto, sparsi disordinatamente, numerosi rifiuti, una delle piaghe del nostro tempo. In basso a destra numerose anime di peccatori soffrono il giusto castigo avvolti da un fuoco eterno sotto lo sguardo vigile di Satana'. (Luigi Regianini - 2008)
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