La Grande Strada delle Dolomiti
I passi dolomitici: una via per andare oltre. Certo, un tempo erano diversi.
La fruibilità dell’intera area dolomitica è cambiata fortemente con la costruzione della Grande Strada delle Dolomiti. La strada inizia nella piccola località di Cardano, vicino a Bolzano, arriva a Cortina, prosegue poi fino a Dobbiaco. Questa è senza dubbio un opera che ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo turistico dell’intera area attraversata.
Alla fine del XIX secolo, tutta la zona rappresentava il confine meridionale dell’impero austro-ungarico e l’obiettivo principale della strada era di carattere militare. Il Club Alpino austriaco voleva la realizzazione di una carrozzabile fra Bolzano e Cortina. L’idea fu accolta con grande entusiasmo da due pionieri del turismo altoatesino: Albert Wachtler e Theodor Christomannnos. Fu in particolare Christomannos a comprendere l’importanza di questa strada per lo sviluppo turistico dell’intera area. Il suo motto era: 'Senza strade nessun hotel, senza hotel nessuna strada'.
Nel 1909 si festeggiò l’apertura ufficiale del tronco attraverso il passo Falzarego.
Nella prima guida illustrata, l’intero percorso da Bolzano a Cortina veniva pubblicizzato in tre tappe di un giorno ciascuna: da Bolzano a Canazei, da Canazei a Cortina e da Cortina a Dobbiaco. Con le prime automobili, l’intero percorso si potè fare in una giornata.
A distanza di più di un secolo dall’inaugurazione della strada, si deve oggi riflettere sui volumi di traffico, sempre maggiori, che si concentrano in alcuni periodo dell’anno, sul conseguente inquinamento acustico e atmosferico.
Nel 2018 le Provincie di Trento e Bolzano hanno lanciato il progetto sperimentale dolomitesvives per limitare il traffico veicolare nelle ore di punta sulla strada del passo Sella. Era una misura sperimentale che però nel 2019 non è più andata avanti. Tutto da ridiscutere. Per ora le parole di R. Massner restano un monito inascoltato: '... Solo se andiamo a piedi o in bici, ovvero con un ritmo lento, possiamo veramente apprezzare ciò che ci circonda. Altrimenti è tutta una corsa, al termine della quale non ci rimane niente...' (G. Alto Adige il 7 luglio 2016)
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