Predazzite
Predazzite: un mistero geologico in Val di Fiemme
L'eccezionale varietà di minerali presenti sul territorio della Val di Fiemme la rende una sorta di giardino geologico delle Alpi: un tempo vi si sfruttavano le miniere per estrarre diversi minerali, tra cui ferro e rame.
Nel 1820 questo sito divenne famoso tra i geologi a causa del ritrovamento di un misterioso minerale. L'ingegnere italiano Giuseppe Marzari-Pencati (1779-1836) pubblicò un articolo su una successione stratigrafica trovata vicino al piccolo villaggio di Predazzo. Dall'affioramento dei 'Canzoccoli', Pencati osservò una roccia granitica dall'aspetto zuccherino. Ciò che oggi viene descritto in qualsiasi manuale di geologica come una 'non conformità' era in quel momento un'impossibilità geologica.
Il marmo derivante dal metamorfismo di una roccia calcarea, chiamato in seguito 'Predazzite', circondava un grande corpo invadente di 'granito'. Ciò era impossibile per le dottrine geologiche prevalenti nel XIX secolo, perché secondo il 'Nettunismo', una teoria scientifica molto popolare all'epoca tra i geologi tedeschi, tutte le rocce erano formate dalla sedimentazione di un mare primordiale, dove strati ordinati di roccia formavano la crosta terrestre.
Marzari-Pencati era invece convinto che i vulcani svolgessero un ruolo importante nella formazione del territorio ed interpretò le rocce bianche ai 'Canzoccoli' poste sopra una roccia granitica come una roccia calcarea più antica, alterata dal calore intenso del magma fuso.
Molti geologi tedeschi, tra cui Leopold von Buch e Alexander von Humboldt, respinsero questa spiegazione e si recarono a Predazzo per trovare altre spiegazioni. Forse una grande frana aveva distorto l'ordine naturale delle rocce? No, con il tempo, sempre più geologi, studiando la peculiare geologia dei Canzoccoli, accettarono che i processi magmatici nel profondo della terra svolgevano un ruolo importante nel ciclo roccioso.
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