Officina di Storie: Mountainrites / Tra sacro e profano

Brusâ la vecja

BRUSÂ LA VECJA
L’austerità quaresimale, qui in Cjanâl come in altre zone della Carnia e del Friuli, aveva un momento di sospensione a metà periodo quando era previsto il rito di brusâ la vecja: coda carnevalesca e rito di espulsione della Quaresima-inverno. La compagnia di giovani innalzava un medêli, quindi fissava un traliccio orizzontale, poi altri minori completavano la struttura che veniva 'vestita': Si la vistiva di fassuz, quarz di cjanas, pergalarias, patisc’, filias di fasois… insomma, materiali infiammabili e, ad un tempo, simbolo della stagione 'morta', 'arida'. Il fuoco alla vecja veniva quindi innescato, al termine i resti del fuoco venivano depositati sulla soglia di casa della donna più vecchia del paese, inscenando una sdrondenada. Qualche vecchia si offendeva, mentre altre si prestavano al giorco.

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Ufficio Turistico Prato Carnico

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